L’arte della geisha: amore e dedizione

La mia passione per la lettura spesso mi ha portato a leggere libri autobiografici, e sono quelli che più di tutti mi hanno emozionato e coinvolto, proprio perchè ogni pagina mi faceva addentrare in una storia che sapevo reale, con personaggi esistiti o ancora esistenti, vite vissute intensamente, emozioni, tragedie e amori. Uno dei libri che ho amato di più e di cui conservo ancora emozioni, è “Memorie di una geisha”, di Arthur Golden, la vera storia di Mineko Iwasaki, narrata in prima persona dalla protagonista, ormai anziana e ritirata a vita privata a New York. 

Dopo l’uscita del libro nella traduzione giapponese, Arthur Golden fu denunciato per diffamazione da Mineko Iwasaki: nell’accordo iniziale, infatti, il suo nome non doveva comparire nel libro, ma Golden lo inserì nei ringraziamenti, violando il codice di riservatezza che contraddistingue le geishe. La Iwasaki accusò Golden anche di aver presentato un ritratto non veritiero delle geishe e di averle dipinte come prostitute d’élite, soprattutto nell’episodio della “vendita” del mizuage, ovvero della verginità dell’apprendista geisha, al miglior offerente: le geishe, in realtà, erano donne colte, attrici e danzatrici, e non intrattenevano sessualmente i clienti. La denuncia di Mineko fu ritirata in seguito all’accordo economico con l’editore del libro, ma la stessa Mineko scrisse qualche anno dopo un libro, “Geisha. Una storia vera”  raccontando la propria vita.

La parolageishain giapponese significa “persona versata nelle arti”. Spesso questo mondo così misterioso che fa parte della cultura giapponese è stato ridicolizzato, poichè avvolto dal mistero e dalla poca reale conoscenza, la Geisha è una delle immagini più rappresentative del Giappone, sia per la bellezza esotica che per l’arte e la tradizione, ma purtroppo ancora profondamente sconosciuta qui in Occidente. L’errore più grande e grossolano che troppe volte viene fatto è considerare le geishe delle prostitute, le geishe non sono delle prostitute, sono delle artiste. Da sottolineare che se vi capitasse di andare in vacanza in Giappone, sappiate che i fastidi causati da turisti maleducati hanno fatto sì che dal 25 ottobre 2019 fotografare le geishe e le maiko di Kyoto è proibito. Il Consiglio dei commercianti e dei residenti di Gion, il più famoso dei quartieri delle geishe di Kyoto, ha vietato la fotografia nella famosa via Hanamikoji e zone ben decise. Chi scatta foto in luoghi proibiti viene multato di 10.000 yen. (circa 80 euro).

La geisha dedica la sua intera vita all’arte, fin dalla tenera età. All’inizio è una Maiko: apprendista geisha per poi diventare finalmente una raffinata ed esperta custode delle arti tradizionali giapponesi. Le sue grandi abilità nella musica e nella danza sono il frutto di anni di duro lavoro, studio, apprendimento, fatica, tensione, concentrazione, passione, fascino e un infinito amore per la propria cultura. Impara la musica, la poesia, la cerimonia del tè, la calligrafia, l’arte della conversazione rivolta verso qualsiasi rango sociale, la danza e molto altro. Il suo principale compito è quello di intrattenere e tenere compagnia ai clienti durante spettacoli o banchetti, soprattutto di alto rango, ballando, cantando, recitando poesie, servendo il tè o semplicemente chiacchierando in modo elegante e delicato. Di solito usa un linguaggio molto formale ed è maestra nell’arte della conversazione, uno dei suoi aspetti più apprezzati.

Distinguere una Geisha da una Maiko è abbastanza semplice, e lo si evince dal modo di abbigliarsi: le Maiko sono vestite con coloratissimi kimono a maniche lunghe e le loro acconciature hanno copricapi molto vistosi realizzati con forcine per capelli altrettanto vistose (kanzashi), inoltre i sandali che indossano sono alti. Le Geisha, invece, sono vestite con kimono più tranquilli nei colori e più eleganti, con maniche più corte e anche le acconciature delle loro parrucche sono più semplici e con pochi ornamenti. Il motivo è ovviamente prevedibile, le Geisha dovevano ballare senza troppi ostacoli e preoccupazioni.

Ma come vive l’amore una geisha? Che differenze ci sono con il valore e le modalità che l’occidente da ai sentimenti e alla passione? In tema di “erotismo” è sicuramente una vera e propria artista e l’ esercizio della seduzione non si limita solo a cure estetiche ma anche ad un ragionato linguaggio del corpo e attenzioni minuziose nei confronti del partner perché il suo punto di forza si racchiude in una sola parola: devozione. deve saper apparire seducente e maliziosa, ma nello stesso tempo sfuggente, diventando essa stessa desiderio. Quando una geisha è attratta da uomo lo invita a sedersi alla sua destra, permettendogli così di ottenere un ” favore” speciale e dandogli la possibilità di far scivolare l’ occhio o la mano fino ad accarezzare il seno. Dopo aver fatto l’ amore, la geisha ha spesso l’ abitudine di scrivergli una lettera d’ amore con precisa calligrafia su una ” washi” carta fatta a mano, che sceglie personalmente e che profuma con la fragranza più adatta.

” Non puoi considerarti una vera geisha finché non riuscirai a fermare un uomo per strada solo con uno sguardo”. ( Memorie di una Geisha).

Questo atteggiamento della Geisha, richiama elementi tipici della seduzione, che non riguardano l’aspetto esteriore, la fisicità o la bellezza, ma la capacità di ascolto che l’uomo da sempre cerca e che spesso noi donne non riusciamo a garantire, prese dai mille impegni quotidiani. Il vero motore della sessualità e del desiderio è il cervello, e non è facile per l’uomo resistere a tanta attenzione e cura senza farsi trasportare dall’erotismo. Insomma, una donna servizievole, priva di aggressività, per un uomo è tanto femminile quanto altamente eccitante. Vero è che se una geisha dovesse innamorarsi seriamente e profondamente e decidere di sposarsi sarà costretta ad abbandonare la professione. Ma tutto sommato credo che di qualsiasi paese si tratti i sentimenti sono un linguaggio universale che accomuna tutti, l’amore e la cura dell’altro esulano dalla cultura diversa.

L’AMORE PARLA UN LINGUAGGIO UNIVERSALE, E SARA’ COSI’ PER SEMPRE.

Ely

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