“Comfort is the New Black: il glossario della moda ‘Sono Ammalata”

Oggi questo articolo sarà diverso dal solito! Sono ancora un pò provata fisicamente dal primo virus intestinale della stagione, che haimè ho malauguratamente preso, e così, sdraiata sul divano, ho pensato di scrivervi e condividere con voi, soprattutto donne, come ci si sente in queste condizioni. Ah, l’influenza … quella dolce, sudata compagna che trasforma la tua casa nel set di un film drammatico e te nella sua protagonista (un po’ meno glamour del previsto). E se c’è una cosa che non smette mai di preoccupare la mente di una donna, anche quando è in preda a 38 di febbre e ha un intero pacco di fazzoletti usato sul comodino, è: come ci si veste in isolamento per malattia?

Dimenticate i trend visti in passerella, qui parliamo di Comfort Core, l’unica tendenza che conta.

Fase 1: La Negazione — L’Ultima Vestigia di Normalità

Quando i primi brividi si fanno sentire, c’è un breve e fatale momento in cui si cerca di resistere, magari con l’idea di lavorare dal divano. È qui che si indossa il vestiario della “quasi malata”: calzini “Non-Abbinati” ma “Funzionali”, un mix disperato tra un calzino in spugna rubato in hotel e uno di lana comprato al mercato. L’importante è che siano spessi e impediscano al freddo di risalire dalle caviglie. I leggings di supporto: non i leggings da palestra, sia chiaro. Parliamo di quelli neri e fidati, che non stringono, che non si muovono e che non giudicano il fatto che non vedono il lavaggio da 72 ore. La T-shirt larga del Marito/Compagno-a/Ex: grande, morbida, e intrisa del profumo di “qualcun altro che non è ammalato”. Funge da coperta improvvisata per la parte superiore.

Fase 2: La Resa — Benvenuti nel Covo

La febbre è salita, la voce è diventata un sussurro rauco, e ogni movimento è una decisione ponderata. Addio, leggings. Benvenuti, vestiti di battaglia. Questo è il culmine del look-malattia. Le pantofole a forma di qualcosa di carino/ridicolo: che siano orsetti, unicorni o ciabatte da nonna, l’importante è che siano facili da infilare quando si deve raggiungere il bagno con la velocità di un bradipo sedato. La Tuta da Ginnastica che ha visto giorni migliori (e peggiori): idealmente un modello in felpa, scolorita e magari con una macchia di sciroppo per la tosse (un souvenir). Non è bella, ma è come un abbraccio non giudicante. La regola è: più è vecchia, più è confortevole. La vestaglia “Regina delle Coperte”: un capo d’abbigliamento fondamentale. Non è la vestaglia di seta sexy (per quella ci sarà tempo). È quella super-imbottita, in pile orribile ma caldo, che fa sembrare che tu stia annegando in un orso di peluche. È il tuo scudo contro i brividi e il tuo accessorio da selfie-sono-morta su WhatsApp.

Fase 3: La Rinascita (Post-Febbre) — Verso il Casual

Il peggio è passato. Si suda molto. Il corpo ha bisogno di respirare. Si passa a un look più leggero, ma sempre orientato alla massima libertà. Camicia da notte XXL: perfetta per quella sensazione di aria che circola. Unica pecca: è altamente sconsigliata se si ha intenzione di aprire la porta al corriere. Pigiama di cotone leggero: quello estivo, finalmente riesumato. Perché? Perché ora che la febbre se n’è andata, si inizia a sudare come in una sauna finlandese.

Quando l’influenza o un virus ci colpisce, c’è un solo comandamento: vestirsi non per gli altri, ma per l’organo termoregolatore interno che sta impazzendo. Quindi, mia cara (e convalescente) amica, tira fuori i tuoi capi più brutti, più caldi e più confortevoli. Metti una pezza di Vicks VapoRub sulla tuta, stringi la vestaglia e goditi l’unico momento dell’anno in cui il dress code è dettato unicamente dalla tua temperatura corporea. E ricorda: anche se sembri un membro del cast di The Walking Dead in pausa pranzo, sei comunque una guerriera che sta vincendo la sua battaglia.

Riposati e rimettiti presto! Qual è stato il tuo capo d’abbigliamento “da influenza” più confortevole? Aspetto curiosa i vostri commenti!!!

Una quasi “guarita” Ely

Lascia un commento

Sito web creato con WordPress.com.

Su ↑