E’ arrivato l’inverno, fa freddo, e quello che ci piace di più è sentirci calde e protette senza rinunciare ad essere belle e alla moda. La pelliccia ormai è un capo irrinunciabile per la stagione, e si è adattato benissimo alle esigenze sempre più specifiche del mercato. Ormai la scelta di un capo in pelliccia eco è diventata più che una scelta etica, proprio perchè la sua fattura è sempre più simile a quelle vere. (io preferisco comprare assolutamente pellicce ecologiche, ma ciò non significa che stia condannando chi sceglie pellicce vere, ognuno è libero di fare la propria scelta personale).
Winter has come, it’s cold, and what we like best is to feel warm and protected without giving up feeling beautiful and fashionable. Fur is now a must-have item for the season, and has adapted very well to the increasingly specific needs of the market. Now the choice of an eco fur garment has become more than an ethical choice, precisely because its bill is more and more like the real ones. (I prefer buying absolutely ecological furs, but that does not mean that it is condemning those who choose real furs, everyone is free to make their own personal choice).
Forse non tutti conoscono la vera storia della pelliccia ecologica e il motivo per cui sia nata l’esigenza di creare questo prodotto pro-animali. Vi riporto qui di seguito una fonte molto esaustiva e dettagliata dell’autorevole sito Focus ( www.focus.it ), che spiega in maniera precisa come nasce materialmente la nostra alleata contro il freddo dell’inverno.
Perhaps not everyone knows the true story of ecological fur and the reason why the need arose to create this pro-animal product. Below is a very comprehensive and detailed source of the authoritative Focus website (www.focus.it), which explains precisely how our ally against the cold of winter is born.
“È prodotta con fibre sintetiche acriliche. Queste vengono filate, quindi tinte nei colori desiderati e infine tessute in una maglia tanto più fitta quanto più pregiata sarà la pelliccia. Il momento più delicato della fabbricazione è quello successivo, chiamato finitura e che comporta la pettinatura dei peli arruffati che sporgono dalla maglia e che costituiranno il pelo vero e proprio della pelliccia finita. Questo lavoro è svolto in stabilimenti specializzati, dai quali escono pezze alte 140 centimetri, che saranno tagliate e lavorate dai pellicciai con le stesse tecniche adottate per le pellicce vere. La loro qualità dipende in gran parte dalla composizione e dalla lavorazione della fibra di partenza, che le aziende produttrici (soprattutto giapponesi, francesi e tedesche) tengono rigidamente segrete.” https://www.focus.it/tecnologia/innovazione/come-e-fatta-una-pelliccia-sintetica
“It is produced with acrylic synthetic fibers, which are spun, then dyed in the desired colors and then woven into a mesh as thicker as the fur will be: the most delicate moment of manufacture is the next, called finishing, which involves combing of ruffled hairs that protrude from the shirt and which will form the real fur of the finished fur.This work is carried out in specialized establishments, from which come out pieces 140 cm high, which will be cut and processed by furriers with the same techniques adopted for fur Their quality depends largely on the composition and processing of the starting fiber, which the producing companies (above all Japanese, French and German) keep strictly secret.
La nascita della pelliccia ecologica risale agli anni ’60, e avvenne per diverse motivazioni: in primis quella animalista, per opporsi alle condizioni in cui venivano allevati gli animali e per la caccia alle specie selvatiche. Poi per quella ambientalista, come necessità di ridurre l’inquinamento dovuto alle scorie ricavate dal processo di lavorazione delle stesse. Infine per un riscontro economico, visto che il costo delle pellicce ecologiche risultava nettamente minore rispetto a quelle di origine animale. Il culmine del cambiamento arrivò però negli anni ’80, quando nacque la Peta, e con lei le prime campagne animaliste, con l’aumento esponenziale della crescita di una sensibilità etica e morale.
The birth of the ecological fur dates back to the ’60s, and took place for different reasons: primarily the animalist, to oppose the conditions in which the animals were raised and for hunting wild species. Then for the environmentalist one, as a necessity to reduce the pollution due to the slag deriving from the process of working them. Finally, for economic feedback, given that the cost of ecological furs was significantly lower than those of animal origin. The climax of the change came however in the 80s, when Peta was born, and with her the first animalist campaigns, with the exponential increase in the growth of an ethical and moral sensitivity.
Ma la nostra pelliccia ecologica principalmente da dove viene? Come riportato da un articolo sul Corriere della Sera Moda:
“…è un’invenzione giapponese. L’Italia, che vanta le aziende tessili più creative del mondo, sul pelo sintetico è costretta a inchinarsi all’Oriente. Marmotta, visone dorsato, kalgan, orylag, cincilla, lupo, mongolia, volpe, gatto asiatico, scoiattolo, coyote, raccoon (procione) e un’infinità di altri: per ogni pelo vero c’è la versione faux, ne sono stati imitati oltre 200, in tutti i possibili colori e sono realizzati con una fibra sintetica (più precisamente, fibra modacrilica, cioè un acrilico di nuova generazione, molto sofisticato, comunque derivato dal petrolio) chiamata kanecaron, che ha una curiosa storia. Inventata dal colosso giapponese Kaneka nel 1957 per sostituire l’amianto nell’abbigliamento dei pompieri — viste le sue qualità ignifughe — solo in un secondo momento si è pensato di utilizzarla nella pellicceria sintetica”
But our ecological fur mainly from where it comes from? As reported by an article in the Corriere della Sera Moda:
“… it is a Japanese invention: Italy, which boasts the most creative textile companies in the world, is forced to bow to the East on the synthetic fur: marmota, mink, kalgan, orylag, chinchilla, wolf, mongolia, fox, Asian cat, squirrel, coyote, raccoon and many others: for every real hair there is the faux version, over 200 have been imitated, in all the possible colors and they are made with a synthetic fiber (more precisely, modacrylic fiber, that is a new generation acrylic, very sophisticated, however derived from oil) called kanecaron, which has a curious history, invented by the Japanese giant Kaneka in 1957 to replace asbestos in firemen’s clothing – views its fire-retardant qualities – only in a second moment it was decided to use it in synthetic fur “
Come sicuramente avrete notato per questo inverno è ritornato alla grandissima tutto il tema animalier, non solo come stampa o accessorio, ma soprattutto come capo outerwear. Come mai prima d’ora i piumini stanno lasciando il posto alle pellicce, in tutte le forme e fantasie. dal giacchino corto bon ton a quello extra lungo con coulisse in vita e cappuccio. C’è davvero l’imbarazzo della scelta!
As you have certainly noticed for this winter, the whole animalier theme has returned to the greatest, not only as a print or accessory, but above all as an outerwear garment. As never before, the quilts are giving way to fur, in all shapes and patterns. from the short bon ton short jacket to the extra long one with drawstring waist and hood. You are really spoiled for choice!
ECO FUR FOR WINTER 2019









Perciò se non l’avete ancora nell’armadio, cosa aspettate?!!! Correte a comprarla!
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